Chomsky: Linguaggio, Mente E Politica
(James A. McGilvray)
Noam Chomsky è ben noto come linguista e politologo, meno come filosofo. Ed è un peccato, in quanto il suo lavoro filosofico connette la sua visione politica con i suoi studi di scienziato del linguaggio. La sua concezione filosofica razionalista lega la comune comprensione delle decisioni e delle azioni umane (incluso il pensiero e l'azione politica) con quella capacità mentale che chiamiamo linguaggio.La chiave per il progetto intellettuale globale di Chomsky si trova in ciò che egli ha detto sulla natura umana biologicamente determinata. Per spiegare la sua visione della natura umana, McGilvray inizia distinguendo la cognizione del senso comune (il cui dominio comprende il comportamento economico, sociale, politico e linguistico) e la conoscenza scientifica della mente. Quindi, passa a delineare l'immagine della mente su cui poggia la distinzione tra senso comune e scienza. Questa immagine della mente viene presentata come uno sviluppo del tentativo di Chomsky di indirizzare alcune basilari osservazioni riguardo a come il linguaggio viene acquisito e usato (la "povertà dello stimolo" e gli "aspetti creativi dell'uso del linguaggio"). Allo stesso modo di alcuni pensatori del diciassettesimo, diciottesimo e diciannovesimo secolo, chomsky cerca la spiegazione di queste osservazioni producendo una spiegazione razionalista della natura umana. A questo punto, McGilvray esplora la connessione tra questa spiegazione della natura umana e il lavoro linguistico e politico di Chomsky.Questo razionalismo rinvigorito di Chomsky ha profonde implicazioni sia per la scienza della mente umana ("scienza cognitiva") che per una comprensione dell'azione umana. Nessun individuo responsabile può permettersi di ignorarlo.
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